Un covo di vipere (Il commissario Montalbano Vol. 21)
Il risveglio di Montalbano è accolto dal frizzante fischiettare di un vagabondo riparatosi nottetempo nella sua terrazza. La successiva telefonata dal commissariato gli annuncia un nuovo caso, l’omicidio del ragioniere Barletta. Dalle prime indagini Montalbano scopre che la vittima era titolare di un’attività commerciale, vedovo e con due figli. Proprio il colloquio con questi mette sull’avviso il commissario. I due, fratello e sorella, mostrano evidenti segni di incomprensione famigliare, retaggi di screzi e di crepe mai saldate, ed entrambi parlano di un testamento, temendone uno, auspicandone l’altro, il ritrovamento. E di più, a seguito di una perquisizione nell’abitazione del morto, verrà a galla la verità sul fu ragioniere Barletta: strozzino…
La forma dell’acqua
Il cadavere dell’ingegnere Luparello, potente uomo politico locale, viene ritrovato alla mannara, dal dialetto mandria – zona un tempo adoperata dai pastori per portare il gregge al pascolo – e ora ridotta ad alcova a cielo aperto, terreno di prostituzione. Il cadavere dell’uomo, così potente eppure rinvenuto in un posto altrettanto insolito e infamante, viene ritrovato da due netturbini, i quali, prima di avvisare la polizia, decidono di avvertire un sodale politico dell’uomo che, nei loro pensieri, potrebbe pure ricompensarli sollevandoli da quell’impiego disonorevole. Dell’indagine si occupa il commissario di Vigata, Salvo Montalbano, funzionario anticonformista e lunatico, malinconico e di schietta umanità, col gusto per il mare, il sole e…