Letti per voi

Gli intrusi

Da diciotto anni, da quando la moglie lo ha lasciato solo con una bambina piccola da crescere, Hector Loursat vive rintanato come un orso malinconico e scostante.

Il rampollo di una famiglia aristocratica della provincia parigina, l’astuto avvocato di cui tutto il mondo ancora conserva un ricordo brillante, ora altro non è che un ubriacone molesto, nascosto nel suo studio, coccolato dal tepore del camino, dalle pagine ingiallite dei mille libri, protetto dal fumo delle sigarette e dall’immancabile bottiglia di vino. La vita scorre oltre i vetri, al di là della porta senza che per alcun motivo, progetto o slancio curioso Loursat ne percepisca il richiamo.

Poi una notte un rumore sordo, inconfondibile, lo scuote e lo guida nei corridoi bui e polverosi della residenza signorile. Nell’oscurità l’ombra furtiva di un uomo in fuga e l’odore di polvere da sparo lo inducono ad aprire camere di cui aveva scordato l’esistenza. In una di queste giace riverso il corpo moribondo di uno sconosciuto ferito da un colpo di pistola.

Il ritrovamento, la novità e la sorpresa agiscono nell’animo di Loursat come la molla che da anni non provava. La scoperta che nelle stanze al piano superiore della casa, sopra la sua testa, da qualche tempo la figlia si ritrovi coi coetanei organizzando la vita con le scappatelle tipiche dell’adolescenza, anziché irritare produce insospettabile contentezza e meraviglia. Certo, durante una di queste scappatelle un estraneo è stato introdotto in casa sua, e lì è stato ammazzato, ma nemmeno questo risvolto provoca timore. Al contrario, l’accusa di omicidio a carico del fidanzato della figlia sarà la spinta a togliersi di dosso la vestaglia unta e bruciacchiata di sigarette, e reindossare i panni di brillante e scaltro avvocato che tutti in tribunale ancora gli ricordano.

Scritto nel 1939 e apparso in stampa l’anno successivo, Gli intrusi, personalmente, e dopo la quarta lettura, continua a essere il miglior romanzo di Simenon, la sintesi perfetta del suo stile.

Scarno, asciutto, a tratti lapidario, con ritratti psicologici e fisici stilizzati ma completi. Una trama semplice e densa, intuibile e sorprendente, quanto nel finale tanto nella presentazione moderna, nonostante il tempo, dei tipi umani proposti. Vizi, virtù, difetti, passioni e paure che dopo settant’anni risultano tuttora contemporanei. Un libro che proprio per le sue caratteristiche dovrebbe essere assunto a testo scolastico.

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