Manzoni e la spia austriaca
- Titolo: Manzoni e la spia austriaca
- Autore: Umberto De Agostino
È il 1858 quando il Conte di Cavour e Napoleone III tessono la loro alleanza contro l’Austria. L’intesa si concretizza e lo stesso Cavour porta ala corrente dell’accordo il “circolo di Cassolo”, ritrovo di intellettuali, personalità culturali e ferventi patrioti; tra questi il famoso scrittore Alessandro Manzoni, sostenitore dei moti reazionari e della lotta per l’indipendenza, che periodicamente viene ospitato nelle tenute di Lomellina della famiglia Arconati.
La spia austriaca è un ufficiale lombardo che si infiltra, con uno stratagemma, in qualità di stalliere presso gli stessi Arconati, al fine di carpire i dettagli dell’intesa franco-piemontese contro l’Austria. La spia viene sorpresa dal maggiordomo a origliare i discorsi dei padroni con un ospite, il colonnello Strada dell’esercito sabaudo. La copertura salta e il finto stalliere si apre la fuga uccidendo il giardiniere. L’alto ufficiale piemontese promette vendetta per l‘affronto.
Sullo sfondo della campagna al confine tra Piemonte e Lombardia si svolge l’azione, tra colpi di scena (l’uccisione da parte della spia di un brigadiere dei carabinieri che accompagna il colonnello), intuizioni e trovate funzionali alla trama, fino allo scontato epilogo.
L’Autore evidentemente conosce bene la Storia, l’ha studiata non solo nei caratteri generali (le dinamiche diplomatiche dei paesi contendenti), ma anche nei dettagli della ricaduta della Storia sulla popolazione locale. Da sottolineare la precisa annotazione delle singole battaglie, dei movimenti degli eserciti opposti schierati tra l’alessandrino e la Lomellina col Ticino a fare da linea di confine tra due stati in lotta (Regno di Sardegna e Austria).
Cosa non convince? La figura di Manzoni compare certamente, è pure protagonista di qualche dialogo (tralasciamo l’immagine dello scrittore che si annoda la vestaglia di seta cremisi) ma d’un tratto, dopo la fuga della spia, scompare. Il nome perciò sembra quasi un pretesto per fare roboante il titolo e per impreziosire il testo con citazioni.
Alcuni episodi narrativi potevano essere approfonditi come ulteriore spunti per arricchire la trama, per renderla più mossa, nervosa. Lo stile è leggibile, scorre, ricco di nozioni e informazioni non pedanti, perciò qualche spunto di azione in più non avrebbe guastato.
A margine un’osservazione all’editing: il papa andrebbe scritto con la maiuscola, Papa, giusto per non confonderlo con il Barbapapa!