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Il passato è una terra straniera

Giorgio e Francesco sono due adolescenti all’apparenza normali, in realtà rappresentano la soluzione al teorema secondo cui gli opposti si attraggono.

Il primo, figlio e studente modello di una Bari borghese, fidanzato con la compagna di corso, il secondo, oscuro, inquieto, tormentato, con un talento spiccato per la manipolazione di uomini e di carte da gioco.

Il loro incontro fortuito, che non resterà casuale, marcherà in Giorgio –  e sul finale anche in Francesco –  la netta linea divisoria tra il presente e il passato, tra la spensieratezza e la dolce malinconia adolescenziale, e il dopo, il molle terreno in cui affondare le radici dell’età adulta.

Francesco trascinerà Giorgio nel gorgo di una spirale composta da eventi sempre più intensi, cupi, moralmente discutibili, traiettorie e fasi segnate da partite di poker truccate, facili realizzi associati a facili donne. Una discesa senza freni nei visceri della vita che si apre come i gironi danteschi, fino al compimento di un innocuo viaggio vacanziero, che dietro cela un progetto già ben delineato alla partenza, taciuto e per nulla banale.

Contemporaneamente una serie di stupri costella l’estate barese occupando e preoccupando le notti di un giovane tenente dei carabinieri.

Il passato è una terra straniera è una trama che presenta schemi del classico romanzo di formazione, unito a tratti di racconto zingaro stile “on the road”, cucito dal filo sottile del thriller psicologico.

Un romanzo pressoché perfetto tanto nell’illustrazione degli eventi, quanto e più nella caratterizzazione dei personaggi e dei loro tratti psico-somatici, delle reazioni diverse e tangenti di fronte alle fredde e continue evoluzioni dell’esistenza.

L’Autore propone la storia di ognuno, certamente non con le stesse nere dinamiche e implicazioni, ma in sostanza con la medesima netta e lapidaria sensazione che oltre un’invisibile riga disegnata nel tempo, un giorno, in un dato momento, una sciocca scelta, un saluto, un cenno, una partita a carte abbiano mescolato i semi della vita. Sconvolgendola. E da lì in avanti tutto è invariabilmente cambiato, segnando il passato come una terra straniera, un luogo che pure anni dopo si fatica a percepire e ricordare come qualcosa di davvero esistito e vissuto, di proprio.

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