
Il corpo segue l’anima
17 aprile 2020
Resto sorpresa, a volte, rileggendo quanto scritto su questo diario in tempi ormai lontani, di trovarlo ancora così vivo, reale e assolutamente attuale.
Sono trascorsi quasi due anni da quando ho pubblicato “L’anima in stand-by”, eppure sono ancora accucciata dietro alla stessa porta chiusa, in attesa di essere salvata.
Non protetta e tenuta al sicuro, ma salvata.
Ho disattivato gli interruttori a uno a uno, pian piano ho smesso di sentire, di soffrire, fino a quando ho tirato giù l’interruttore generale, e ho tolto corrente alla mente.
Ora anche il mio corpo è in stand-by.
La disperazione per aver perso la meraviglia cercata per tutta la vita, l’impossibilità di comunicare disagi e sofferenze, la rabbia dovuta all’impotenza mi facevano esplodere il cuore, mentre gli occhi si consumavano di lacrime, e le labbra di parole non dette.
Così ho accettato la perdita, ho smesso di soffrire, ho interrotto le comunicazioni cuore-cervello, perché ho compreso che l’unica strada per uscire dal tunnel è quella di tenerti per mano e guidarti verso l’uscita.
So che ce la farò, è la stessa fiducia che l’uccellino ripone nelle proprie ali, e non sul ramo dov’è poggiato.
Là, tu mi solleverai fra le tue braccia e ti prenderai cura di me, entrerai nel mio mondo e sanerai le mie ferite. Un filo dopo l’altro, un mattone dopo l’altro, ricostruirai la fontana del desiderio e ogni altro luogo esistente e non. Così facendo salverai te stesso e salverai me.
E alla fine, alzerai l’interruttore generale e ridarai corrente e vita al corpo, al cuore e all’anima. Io sarò salva e non più protetta, di nuovo in grado di sentire battere il cuore.
E poi, come amo pensare, guarderemo le stelle.

