Come se fossi io
23 maggio 2017
Sai qual è la cosa strana?
La cosa che non riesco a concepire, che mi lascia perplessa e sconcertata?
Che tu stia lì ad aspettare che qualcosa in me cambi.
Come se fossi io quella sbagliata, quella fuori posto, quella diversa.
Dimenticando che io non sono più una lavagna sporca di gesso, non sono più quella sbagliata, brutta, e fuori posto.
Se vogliamo usare una metafora, possiamo dire che tu hai preso il tuo giocattolo preferito, in un momento di rabbia, e l’hai scagliato giù dal decimo piano di un grattacielo. Sei rimasto a guardare mentre un tir gli passava sopra e lo fracassava. E poi sei sceso e sei andato a riprenderlo. Stupendoti del fatto che si fosse rotto.
E da quel momento, sei rimasto lì, in attesa che il miracolo avvenisse. Che il giocattolo riprendesse vita. Come se tu non avessi fatto niente. Come se fosse normale comportarsi così e fosse normale che il giocattolo, come per magia, si riparasse da solo.
Questa, per me, è la cosa più incomprensibile di tutte.
Il fatto che tu non ti chieda nulla, non ti adoperi in alcun modo per risolvere il problema, che non ti passi proprio per la testa che le persone, a differenza degli oggetti inanimati, se si spezzano… Ci vuole tanta pazienza, tanto amore, tanta umiltà, tanti sacrifici, per riconquistarle.
Le persone, se le fai a pezzi, si allontanano.
Ti lasciano solo.
Ti voltano le spalle.
Chissà se capirai che parlando, affrontando le difficoltà, analizzando i fatti, discutendo… si può uscire dall’impasse, e che dar modo di guarire a chi hai ferito, potrebbe essere un ottimo inizio.
Oppure se attenderai invano che la magia si compia.
Chissà se maturerai, e lascerai che l’adolescente diventi un uomo, oppure se ti intestardirai nel proseguire per la tua strada.
Chissà se saprai cogliere l’unica occasione di incontrare la mia anima ancora.