L’anima in stand-by
28 maggio 2018
Il sole filtra tra le tende e colpisce gli occhi ancora fradici. Il lato positivo è che asciugherà le lacrime prima che diventino un oceano incontrollabile.
Certe notti sono così, arrivano e vanno, lasciando dietro di sé solo immagini e pensieri ancora non del tutto perfettamente chiari.
L’ansia, l’angoscia e il dolore si librano come spiriti maligni, permettendo, infine, al corpo di riposare un poco.
L’anima e il cuore no, non possono riposare.
Avevano raggiunto un grado così elevato di leggerezza e meravigliosa pace, che ancora si dibattono storditi domandandosi perché.
Perché le cose cambiano, evolvono, mutano, e siamo noi, piccoli esseri mortali e incompleti, a credere che restino cristallizzate come insetti nell’ambra.
L’unica conseguenza possibile, quando il cambiamento avviene, è erigere mulini a vento e imparare a giocare con le nuove carte che il destino ha concesso per la mano.
Niente è positivo in assoluto, o negativo in assoluto.
La cosa difficile è accettare il cambiamento, modificare noi stessi in base ai nuovi parametri e tornare a sorridere.
La vita è anche questo: a volte, per andare avanti, è necessario fare un passo indietro. Accucciarsi dietro alla porta chiusa e attendere.
Disattivare gli interruttori a uno a uno, riposare, per poi ripartire.
Il baratro è sempre lì, pronto ad accogliere anima e corpo.
Ma ho imparato che spegnendo le luci intorno a me, in genere riesco a vedere la via d’uscita.
Anche questa volta troverò in me stessa la forza di resistere. Resistere alla tremenda sensazione di essere protetta, al sicuro, lontana dai pericoli… In stand-by.
L’anima in stand-by. Questa è la prova che la vita mi impone. La accetto. Al buio sarà più semplice l’attesa.
E poi… poi guarderemo le stelle.
E forse il loro splendore saprà penetrarmi e ridare brillantezza al mio essere.