Un nuovo regno
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Memorie di Arthegor – Un nuovo regno

Nelle lontane e fantastiche Terre d’Ambra, la tranquilla pace che per anni è stata accettata e mantenuta tra le varie regioni, sta per cadere. Spiriti di rivalsa e movimenti espansionistici accendono la miccia di un sentimento di odio mai sopito sotto la brace della pace apparente. Il Nord, capitanato dai mostruosi Heftig, l’Ovest, condotto dalla diabolica Erika, il Sud, governato dal vecchio Damien, e l’Est, rappresentato dalle tribù nomadi, si preparano alla battaglia.

Uno scontro a quattro, un tutti contro tutti che non prevede soluzione logica; da qui nasce l’esigenza di intrecciare rapporti di scambio, alleanze e intese finalizzate a coprire il campo e guadagnare potere e rispetto per il futuro.

Le parti pianificano progetti bellici e tattiche diplomatiche, più o meno lecite; la profezia della vecchia maga Ermengarda predirà che solo un uomo saprà ergersi al di sopra delle parti, uno straniero che sarà in grado di modificare il destino delle Terre d’Ambra.

Uno straniero? Ma esiste costui, e sarà poi ragionevole dare adito alle dicerie di un’indovina? Il saggio Wiskard è di questo avviso e a scapito dei pareri contrari, si mette sulle sue tracce.

Annor è un tipo strano, che non esita a strizzare l’occhio alla locandiera e al contempo ad attaccare briga con altri uomini, è un fuggiasco, forse dal passato, forse da colpe e forse da sé. Proprio quest’aura misteriosa farà di lui il degno condottiero di un gruppo di mercenari, le cui gesta risulteranno vitali al fine di riportare la pace nelle Terre d’Ambra.

Memorie di Arthegor è un romanzo fantasy ricco della presenza di maghi, incantesimi, castelli, mostri e ogni pur minimo dettaglio che ne connoti il genere, ma non solo… In questo telaio è inserito il canone del racconto epico cavalleresco, la battaglia, il duello, lo stratagemma bellico, la principessa dapprima liberata e infine, sposa. Tutti ingredienti mescolati con stile misurato e forma lieve dall’Autore, che presenta una variegata serie di personaggi, tracciati e descritti con dettagli mai pesanti, ossessivi o, peggio, ripetitivi, sullo sfondo fantastico di paesaggi e panorami che cambiano con la stessa velocità con cui li mostrerebbe una macchina da presa al cinema. Questa è la sapienza dell’Autore, che nel volgere di poche righe riesce a far saltare il banco della sceneggiatura, tenendo comunque il lettore stretto alle pagine, intrappolato nel fascino senza tempo di una favola.

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