Notti così
28 agosto 2012
Ci sono notti in cui guardi il cielo stellato e ti senti in pace.
E ci sono notti in cui le stelle non le vedi perché hai gli occhi pieni di lacrime che, silenziose, continuano a rotolarti sulle guance.
Notti in cui torni in casa e ti sdrai sul letto, al buio, in silenzio, e respiri normalmente per non disturbare nessuno. Ma il sonno non viene, e il cuscino bagnato ti fa pensare che non sei niente altro che quelle lacrime.
Sono i momenti in cui fai un bilancio della tua vita… di molte cose della tua vita, e trovi maledettamente difficile vedere il bicchiere mezzo pieno.
E l’unica cosa che puoi fare, alla fine, per non impazzire, è trovare una cosa bella e aggrapparti a essa con tutte le tue forze.
Capisci una cosa importante, in notti così: capisci quanto sia diverso il verbo “accettare” dal verbo “sopportare”, e raccogli il tuo essere in una lacrima, e scegli cosa vuoi fare.
C’è sempre una scelta, l’importante è non dimenticarlo. Quando hai scartato tutte le soluzioni impossibili, ciò che resta deve per forza essere la tua strada.
E poi non ti rimane che seguirla, voltare il cuscino dall’altra parte e sperare di essere fortunati: se la cosa bella che hai trovato è dentro di te, ce la farai. Se è intorno a te, vorrà dire che dovrai combattere i tuoi draghi senza la spada.
Molto più difficile.
Bella sfida, comunque.